My (2/3) TOR 2023 Solo (235 km e 15.183 D+)

Emozioni a non finire quelle provate nei primi 235 km del mio viaggio su sentieri a me completamente ignoti (ad eccezione della discesa a La Thuile dal Rifugio Deffeyes fatta un paio di volte e del percorso da Gressoney a Champoluc ovviamente) e, avvicinandosi ai colli, spesso coperti da una coltre bianca immacolata.

La solitudine era la mia arma vincente, perché è solo quando si può saper contare solo su se stessi che si affilano le armi migliori.

Il mio viaggio, sebbene interrotto, è stato fantastico fino al Rifugio Coda, dopo è’ stata una lenta agonia fino a Champoluc per via di un’infiammazione al muscolo tibiale. Finiro’ il percorso da solo appena si sfiamma, credo e spero in 10-15 gg.
Esperienza unica!

Diario di viaggio:

Sono partito il 29 agosto da Courmayeur alle ore 6:30, il tempo era ancora nuvolo per via della forte perturbazione appena trascorsa.

Il primo giorno ho superato il Col Arp (2.570 m), l’Haute Pass (2.870 m) e il Col Crosatie (2.838 m) arrivando a Valgrisenche in circa 12 ore (50 km e 4.000 D+). Ho dovuto passare gli ultimi 2 colli con 25-30 cm di neve fresca e senza traccia in quanto nessuno prima di me si era ancora avventurato. Devo avere perso 5 anni di vita per passare l’ultimo colle molto esposto…

Il secondo giorno sono partito presto ma mi è stato sconsigliato di passare il Col de Fenetre (2.840 m) e la ripidissima discesa a Rheme con il buio in quanto quella discesa è già complicata in condizioni normali figuriamoci con i 25 cm di neve fresca…
Ho quindi atteso il sorgere del sole e sono sceso: è stato sicuramente saggio il consiglio ma anche in questo caso devo avere perso altri 5 anni di vita!
Giunto in Val di Rheme ho cominciato la bellissima salita all’Entrelor (3.002 m) tra camosci e stambecchi, cercando la giusta traccia in 40 cm di neve fresca. Sono così arrivato in Valsavaranche nel primo pomeriggio.
Ero un po’ intimorito dall’affrontare il colle più alto di tutto il mio viaggio (3.290 m) con tutta quella neve, e forse più, senza una traccia. Ho così chiamato il Rifugio Vittorio Sella per sapere se qualcuno dei loro ospiti avesse fatto la salita al colle lasciandomi così delle impronte da seguire. Fortunatamente mi hanno detto che almeno 15 persone erano salite quel giorno.
Sono così salito a cuor leggero attraversando il magnifico vallone sopra Eau Rousse e li ho scoperto che esistono marmotte grandi quasi quanto i miei figli🤪 Giunto in cima abbastanza agevolmente per via delle tracce già segnate sulla neve ho avuto grosse difficoltà per scendere verso il Rifugio Sella: mi avevano detto che il sentiero era ghiacciato e di portarmi i ramponcini. Appena giunto in cima invece mi sono accorto che non solo non era ghiacciato, ma con tutti i passaggi della giornata non c’era nemmeno la neve e il sentiero era tutto fangoso ed estremamente scivoloso, soprattutto dove non c’erano le corde fisse, li ho perso almeno 10 anni di vita🤣

Sono così arrivato dopo 65 km e 5.000 metri di dislivello positivo a Lillaz dove i gentilissimi proprietari dell’agriturismo Etoile Du Berger mi attendevano nonostante l’ora tarda (quasi le 23).

Il terzo giorno ho affrontato la salita per la Fenetre de Champorcher (2.827 m) e la lunghissima discesa verso Donnas dove c’era Marcello Dondeynaz (referente dell’associazione Ripartire dalle Cime Bianche) per darmi lo striscione Love Cime Bianche in sostituzione del foglio A4.
Con mia sorpresa e fortuna aveva portato con se una squisita cena fatta da panini con pane bio di segale, uva americana, fichi secchi e biscotti con farina di castagne, da consumarsi mentre si camminava verso Pont Saint Martin. Mi ha anche fatto compagnia fino a Perloz nella ripida salita verso Sassa. E ho fatto fatica a stargli dietro! Grazie!

Non potevo più andare veloce per via delle importanti vesciche ai piedi formatesi nelle due precedenti giornate in mezzo alla neve: sebbene curate da manuale davano fastidio.

Nel cuore della notte (circa l’1.30), dopo 55 km e 2.500 D+, sono arrivato all’Etoile Du Berger di Lilianes da non confondere con quello di Lillaz che è sull’Alta via n. 2. La gentilissima proprietaria che voleva aspettarmi con una tazza di minestra per farmi vedere la camera, mi aveva lasciato la mia sacca fuori sul balcone in modo che capissi quale fosse la mia stanza. Per la prima volta ero riuscito a dormire 4 ore di fila!

Il quarto giorno è iniziato subito con la salita al Coda, rifugio posto sul confine tra la Valle d’Aosta e il Piemonte. Segna la metà del percorso del TOR. Per me ha segnato l’inizio dell’agonia: fin dalla prima discesa dal rifugio ho sentito una fitta alla tibia sinistra. Inizialmente non ho dato peso, succede spesso di sentire dei dolori ma dopo qualche km o qualche ora svaniscono…questo no! Anzi era destinato ad aumentare…

Con difficoltà (per via del dolore) ho superato i colli dal Colle Marmontana al Colle della Vecchia ma il dolore aumentava in modo importante e sono arrivato alla Gruba, rifugio storico del TOR con molte ore di ritardo. Per recuperare tempo, ho quindi deciso di non dormire e andare a Gressoney per poi salire al Colle Pinter. Lungo la strada per Gressoney continuavo ad avere colpi di sonno mentre camminavo. Ho così deciso di fare un micro sonno a Gressoney e dopo nemmeno 30 minuti ero così sulla via per il sentiero per il Colle del Pinter.

Dal colle in giù ho capito che avrei dovuto fermarmi qualche giorno e far passare l’infiammazione. Troppo forte il dolore alla tibia.

Appena sarà’ passato l’edema alla tibia riprenderò il mio progetto e concluderò il tragitto da Champoluc a Courmayeur, indicativamente la partenza sarà il 15 settembre alle ore 20:00.

Questi i dati ufficiali del giro

MY TOR 2023 ♻️ SOLO – UPDATE! Bad Weather! New Start 29.8!

350 Km – 25.000 D+

Dopo il Tour du Mont Blanc SOLO del 2022, ho capito che avrei avuto le energie necessarie per fare il mio grande viaggio al cospetto dei giganti!
Ho deciso quindi che il 29 agosto 2023 partirò da Courmayeur e percorrerò il TOR des Geants ©️da solo con una modifica al percorso originario: nella mattinata del 2 settembre allungherò il percorso passando per le Cime Bianche anziché dal Vallone di Nana (il percorso che passa per le Cime Bianche è parte del Tor des Glaciers) proprio per aggiungere un significato maggiore alla mia esperienza: esaltare la bellezza del Vallone – una vera “perla rara” – unendo simbolicamente tutti i colli della regione (anche se in realtà sono dei veri e propri passi di montagna, alti anche oltre 3.000 m, non so perché li chiamino “colli”) raggiunti attraverso il mio viaggio ♻️

Nella foto in alto, piccolo striscione che porterò con me e nell’altra, vista del Gran Lago delle Cime Bianche

Partenza: il 29 agosto alle 7:00 di mattina da Courmayeur in solitaria, senza alcuna assistenza lungo la via: non avrò runner che mi faranno compagnia durante le ore di corsa notturna, non avrò strutture di supporto, camper, ristori volanti, gente che porta le borracce o materiale tecnico per alleggerire il mio zaino e farmi stancare di meno. Non ci saranno ovviamente nemmeno i balisaggi ad indicare sentieri verificati e sicuri…
Dovro’ contare solo su me stesso…

Per riuscire a portarmi uno zaino da trail, ho deciso che, salvo un paio di tappe in cui sarò costretto a dormire in rifugio, dormirò, anche se per pochissime ore, in B&B e agriturismi in modo da non dover pensare al sacco lenzuolo, agli asciugamani e anche, ovviamente, per stare comodo.

Primo giorno: Courmayeur / Valgrisenche 50km e circa 4.000 D+
Secondo giorno: Valgrisenche / Lillaz 60 km e circa 5.000 D+

Terzo giorno: Lillaz / Sassa 55 km e circa 3.000 D+
Quarto giorno: Sassa / Alpenzu 46 km 3.500 D+

Quinto giorno: Alpenzu / Rif. Magia 52 km e circa 4.000 D+ (durante questa tappa transiterò dal Vallone delle Cime Bianche)
Sesto giorno: Rif. Magia / Saint Rhemy en Bosses 46 km e circa 3.000 D+

Ultimo giorno Lunedi 4 Settembre: Saint Rhemy / Courmayeur 32 km e circa 1.800 D+

Totale circa 150 ore (comprensivo anche delle ore di riposo) – 350 Km – 25.000 metri D+

Per prepararmi al meglio a questa enorme ”Fatica” – la difficoltà maggiore sarà proprio per il fatto che non avro’ alcuna assistenza lungo il tragitto e quindi potro’ contare solo su me stesso – quest’anno mi sono allenato regolarmente, ad eccezione di un paio di stop per infortunio ad un piede.

Sono riuscito anche a fare alcune gare – TransGrancanaria, MIUT 115 (KO), GTC 100 – e anche la MEHT Brutal a Macugnaga, ma, questa volta, a disposizione degli ultimi concorrenti, facendo il servizio Scopa per l’ultima meta’ di gara (circa 50 km), un’esperienza bellissima che ripetero’ in futuro.

Link per seguirmi (Clicca su immagine sotto) – NB: il collegamento dipende dalla rete. Per cui, se sono senza rete è possibile che ci siamo assenza di segnale e/o ritardi.

Di Corsa Per Cime Bianche ♻️1 Luglio 2023♻️

Volantino per pubblicizzare evento fatto dall’associazione ripartire dalle Cime Bianche

Racconto di Viaggio

La partenza da Alagna

Sono partito da Alagna leggermente prima del programma (intorno all’1 a.m.), perché non riuscivo a riposarmi dopo il lavoro. Mi aspettavano a Fiery (distante quasi 50 km e 4.000 m D+) entro le 12 pm, ma non potevo correre troppo forte: durante l’allenamento della settimana prima, intorno al Sacromonte di Varese, sono inciampato su una radice e ho sbattuto violentemente il costato su una roccia, meno male che l’iphone che avevo nella tasca davanti dello zaino, ha attutito il colpo e si è rotto lui al posto della costola..😂😂😂

Aveva appena finito di piovere quando ho cominciato a salire il sentiero che da Alagna porta a Pianalunga. Arrivato appena sotto il Col d’Olen (poco meno di 3.000 m) ero immerso nelle nuvole e non vedevo nulla oltre ai miei piedi. Così’ ho attraversato il colle e mi sono ricavato un sentiero tra la neve fino a che non ho incrociato le piste da sci con i cannoni. 

Il passaggio al Col d’Olen a visibilita’ zero

All’albeggiare ero già’ quasi in cima al colle Bettaforca (circa 2.600 m). Lungo la salita che da Gressoney porta al colle Bettaforca si ha una bellissima vista sul ghiacciaio di Indren e sui Lyskamm. Peccato che per salire al colle bisogna percorrere la strada di servizio della pista da sci, tra cartelli lavori in corso, ruspe, enormi tubi per trasportare l’acqua per la neve artificiale….tutto ciò che di unico e appagante si ricava dalla vista del Monte Rosa viene sciupato in pochi secondi da quella vista tremenda.

Quando è inverno e c’è la neve, tutto è coperto dal suo manto bianco ed è tutto bellissimo….ma quando la neve si scioglie le bruttezze del paesaggio emergono in superficie….

La vista sul Rosa salendo alla Bettaforca
Stop! Lavori in corso!
Fauna locale sulle piste da sci
Altro esemplare di fauna che si puo’ incontrare salendo al Bettaforca
Tubi al posto di Marmotte

Arrivato al Colle Bettaforca uno spettacolo davanti a me: la val d’Ayas era coperta da un mare di nubi ed erano tutte sotto di me….

La Val d’Ayas coperta di nubi

Appagato da quel paesaggio da cartolina, Ho cominciato la discesa che mi avrebbe portato prima a Resy, poi al Pian di Verra inferiore e successivamente all’ingresso del Vallone delle Cime Bianche, la valletta di Tsère. Una vera perla! Fortunatamente ai più poco conosciuta. 

La Valletta di Tsère

Dopo questa piccola valle si arriva nel vero e proprio vallone, costituito da 3 lunghi falsopiani con altrettante salite a dividerli….(il che lo rende assolutamente inadatto allo sci da discesa). 

Il Vallone ed in lontananza le 3 Cime Bianche

L’ultima salita mi ha condotto al Colle Superiore delle Cime Bianche (circa 3.000 m) dove ho potuto ammirare dall’alto i due bellissimi laghi del Vallone (ce n’è anche un terzo vicino alla Gobba di Rollin) e il Cervino. Purtroppo da lì in poi, lato Valturnanche, il paesaggio è lunare, con camion e ruspe sempre al lavoro per preparare al meglio la stagione invernale…

Il Colle Superiore delle Cime Bianche

Quindi mi sono girato indietro e sono andato a Fiery, luogo di ritrovo stabilito per l’aperitivo con gli esponenti dell’associazione e del CAI in perfetto orario….anzi no, 10 minuti di ritardo!

Foto Ricordo con maglietta T.A.M. Tutela Ambiente Montano

Come sempre quando corro nel Vallone al cospetto di così tanta, perenne, bellezza la mia corsa ha ripreso vigore, i dolori intercostali spariti, avevo davanti a me 12 km (tra andata e ritorno) fatti di torrenti, cascate, nevai, laghi glaciali e potevo ammirare via via più vicine le Cime Bianche! 

Per tutto il tragitto si è completamente immersi nei suoni della natura e nei suoi ventosi silenzi, cosa che non avviene nelle altre Valli coinvolte, dove il sibilo della funivia la fa da padrone…anche le marmotte se ne devono essere accorte e infatti devono avere traslocato in massa proprio nel vallone….

Per tutto il tragitto non ho incontrato anima viva, e se ci si pensa, è una cosa incredibile….

Ero in un posto unico, autentico, speciale, il mio Luogo del Cuore, uno dei pochi rimasti intatti negli anni dall’opera dell’uomo ed ero completamente solo nel raggio di km!

Ho viaggiato molto sia all’estero che in Italia e purtroppo mi rendo conto che all’estero sono più bravi nel valorizzare le poche cose che hanno….

Noi abbiamo molto molto di più e non siamo capaci di dar valore a ciò che abbiamo…

Nel Vallone, per esempio, c’è un rarissimo esempio di dolomite Valdostana, ci sono vari elementi costituenti il fondo oceanico, un unicum nelle Alpi. Ci sono i cristalli degli abissi, Le spiagge dei dinosauri…solo per citarne alcuni…

Il problema è che solo pochissimi lo sanno….

Ma non è un problema valdostano, purtroppo è un problema strutturale italiano…

Basterebbe semplicemente un buon piano di marketing, una segnaletica accattivante e la manutenzione dei sentieri da parte di personale ad hoc, anziché dai soliti generosissimi volontari del CAI….per far arrivare qui più indotto rispetto alla costruzione del collegamento spendendo pochissimo….

Perché l’ho fatto?

Volevo dimostrare che è possibile partire da Alagna e arrivare al Colle Superiore delle Cime Bianche anche ora, senza collegamento….basta avere un pò di buona volontà e fare fatica….tra l’altro senza correre il rischio di vedersi chiudere la funivia per il vento e dover rimanere bloccato da qualche parte e dover trovare un posto per dormire o un modo per tornare a casa….

Riflessioni

Come si evince chiaramente, da questo racconto, non emerge la parte sportiva, un semplice allenamento in vista del Gran Trail di Courmayeur.

Quel che emerge e’ il significato, cercare di puntare l’attenzione su un tema importante: l’ambiente e l’annoso dilemma….è giusto deturpare l’ambiente per sviluppare il più possibile (a caro prezzo) il turismo invernale o, visti i cambiamenti climatici in atto, sarebbe più lungimirante puntare sul turismo estivo come già fanno con successo alcune regioni del nord Italia e altri stati confinanti? 

Ripartire dalle Cime Bianche ♻️ 1 Luglio 2023

Ultra ECO – Trail SOLO con partenza da Alagna alle ore 2:00 AM dell’1 luglio – arrivo al Colle Superiore delle Cime Bianche e stop a Fiéry (50 Km con 4.300 D+). Evento sostenuto dall’Associazione “Ripartire dalle Cime Bianche” e CAI. A Fiéry ci sara’ breve incontro stampa con possibilitá di ristoro presso il Petit Bar.

Le Cime Bianche

Gran Lago delle Cime Bianche

La Valle delle Cime Bianche è unica nel suo genere nell’intera Val d’Ayas, priva d’impianti, strade, insediamenti o strutture ricettive. E’ parte di una vasta area protetta, la ZPS “Ambienti Glaciali del Gruppo del Monte Rosa” (IT1204220) e racchiude svariate unicità in ambito naturalistico, geologico, ambientale, storico e culturale. Uno dei rari angoli dolomitici presenti in Valle d’Aosta. È stato infine indicato come biotopo particolarmente meritevole di conservazione a livello nazionale, proprio in virtù della sua straordinaria biodiversità”. Dicono sia un Oceano Perduto.

Sfortunatamente, il Vallone è minacciato sin dal 2015 da un progetto funiviario di collegamento tra il paese di Frachey (Ayas) e gli impianti a monte di Cervinia, tuttora sostenuto in sede regionale e locale. La realizzazione di questo impianto esclusivamente funiviario e privo di piste richiederebbe interventi molto impattanti sull’ecosistema, a partire da un massiccio disboscamento della parte inferiore del Vallone e del contiguo Vallone di Nana. 

Quando si ha la fortuna di correre o anche solo di fare trekking in un simile paesaggio se ne ricava la sensazione di essere stati a contatto con un posto unico, di una bellezza struggente, un vero paradiso. Ogni anno cerco di fare almeno una corsa in quella valle percorrendola arrivando dal Pian di Verra Inf. e salendo alla valletta di Tzere e correndola fino alla fine da dove si può ammirare un panorama unico, anche se purtroppo rovinato dall’opera dell’uomo: oltre alla bellissima vista sul Cervino e alla Valturnenche c’è il lago artificiale per l’innevamento delle piste da sci e strade sterrate dove passano ruspe / camion che trasportano e/o prelevano rocce.

Percorro i sentieri di questa valle dall’età di 8 anni, quando i miei genitori, assidui frequentatori della Val d’Ayas, decisero di portarci finalmente a fare la passeggiata delle Cime Bianche….una lunga passeggiata della durata di 8 ore tra andata e ritorno, me la ricordo ancora la prima volta. Ora in 2 ore e 30 vado e torno senza forzare il passo.

Quest’anno ho deciso di fare un allenamento partendo da Alagna e arrivando fino al Colle Superiore delle Cime Bianche, percorrendo tutte le valli che sono state rovinate dagli impianti e attraversando il Vallone delle Cime Bianche proprio per sottolinearne l’immensa bellezza ed unicità e metterne in evidenza, oltre all’assoluta fragilità, il pericolo incombente di perdere irrimediabilmente un luogo che incanta e meraviglia, perché nel suo insieme presenta una straordinaria varietà e stratificazione di ricchezze naturalistiche, paesaggistiche, storico-
culturali e archeologiche.

Per portare inoltre maggiore attenzione al tema, ho deciso che durante il TOR 2023 SOLO che farò ad agosto, devierò dal percorso originale che prevede la salita attraverso la valle di Nana e attraverserò il Vallone delle Cime Bianche con la successiva discesa a Valturnanche.

Di seguito un articolo molto interessante con i link di riferimento

🇪🇺 Il 21 maggio si è celebrata la Giornata europea di Rete Natura 2000, il principale strumento dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità distribuita sul territorio. In Valle d’Aosta sono 30 i siti individuati e classificati dalla Regione.
Un volume realizzato nel 2016 “Bocca M., Bovio M., Passerin d’Entrèves P., Poggio L., Tutino S. Natura 2000 in Valle d’Aosta. Regione Autonoma Valle d’Aosta” ne ripercorre le finalità e la designazione, riservando ad ogni sito una scheda. 

Il volume è scaricabile al seguente link: https://bit.ly/42QhOBY

📃 Riportiamo la scheda relativa al sito “Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa. ZSC/ZPS IT1204220”, evidenziando due passaggi:

1️⃣ “Dal massiccio del Monte Rosa si stacca per originalità, sempre all’interno della ZSC/ZPS, il piccolo gruppo delle Cime Bianche, che rappresenta uno dei rari angoli dolomitici presenti in Valle d’Aosta, per questo assai rilevante dal punto di vista paesaggistico e naturalistico.”

2️⃣ “Considerata la notevole estensione degli ambienti alpini di alta quota e degli ambienti periglaciali, che non trovano pari superficie su tutto il versante meridionale delle Alpi, il valore ecologico del sito è di assoluto rilievo non soltanto a livello regionale, ma per l’intero arco alpino italiano. Occorre pertanto che queste ampie zone periglaciali rimangano esenti da alterazioni e disturbi di origine antropica.”

🦅La ricerca faunistica, effettuata in occasione della predisposizione dello studio di fattibilità per la linea funiviaria, ha rilevato la presenza nel sito e nelle immediate vicinanza di ben altre 10 specie di uccelli di interesse comunitario, oltre a quelle censite finora, per le quali sono previste misure speciali di conservazione, tramite appunto la designazione di ZPS.
Qui il link per consultare lo studio di fattibilità, previa richiesta delle credenziali: https://www.monterosaspa.com/altre_pubblicazioni
Le immediate vicinanze sono quelle dell’area del progetto funiviario (da Gavine a Jomen) e che, a suo tempo, il comune di Ayas designò come area Ef1 di interesse naturalistico, comprendente il Vallone di Nana e tutta l’area a monte dell’abitato di Saint-Jacques. Una decisione lungimirante,  che di fatto ampliava il sito Natura 2000. 
L’attuale amministrazione comunale ha dichiarato, al contrario, di volersi rimangiare tutto pur di favorire una inutile e devastante infrastruttura funiviaria.

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Link di Approfondimento

https://www.lovecimebianche.it